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Roma. Arriva l’omologa del Tribunale al Piano Concordatario del Calibita

ROMA – L’ospedale Fatebenefratelli di Roma, sull’isola Tiberina, è salvo: via libera al piano di risanamento dei debiti da 270 milioni di euro. Il 15 aprile, spiega Mauro Evangelisti sul Messaggero, la sezione fallimentare del tribunale civile ha emesso il decreto di omologa del piano di risanamento. Adesso la nuova strategia consentirà di ripianare i conti entro cinque anni. Il risanamento per l’ospedale dell’isola Tiberina non avverrà però senza sacrifici, come ricorda Evangelisti sul quotidiano romano: Quando, nel 2014, a seguito della crisi finanziaria, fu chiesto e ottenuto il concordato preventivo, i creditori – in particolare i fornitori – accettarono una riduzione di quanto il Fatebenefratelli avrebbe, negli anni, pagato; ma soprattutto furono i 900 dipendenti ad accettare una decurtazione della parte variabile del salario pur di salvare l’ospedale e il loro posto di lavoro.

A vigilare sull’applicazione del piano di risanamento saranno due commissari nominati dal tribunale: il professore Franco Paparella e l’avvocato Gianluca Righi. Allo stesso tempo andranno avanti i lavori di adeguamento dell’antico palazzo che ospita l’ospedale per ottenere l’accreditamento definitivo da parte della Regione Lazio. Il direttore generale Marco Longo assicura che saranno completati entro questo autunno: “Il piano – racconta il dg Longo – ci farà uscire dal guado. Va riconosciuto lo sforzo di tutti, a partire dai creditori che votarono a stragrande maggioranza a favore del concordato preventivo. Ma soprattutto va riconosciuto il sacrificio dei dipendenti, sia per aver accettato una decurtazione dei salari, sia per l’impegno quotidiano per il rilancio di questo ospedale. Teniamo conto solo di un dato: nel pieno della crisi il Fatebenefratelli ogni anno perdeva 20 milioni, oggi siamo in terreno positivo”.

Longo spiega che per risanare i conti è anche necessario migliorare il servizio offerto. “E anche in questa direzione abbiamo messo in campo investimenti importanti, anche con forme innovative, come la collaborazione con i fornitori. In altri termini: le lacrime e sangue, da sole, non bastano. Per questo abbiamo acquistato due Tac nuove di ultima generazione, di cui una destinata al pronto soccorso. A breve potenzieremo terapia intensiva neonatale, abbiamo in programma di aggiungere 4 posti letto; per l’ostetricia, uno dei nostri punti di eccellenza, ci saranno otto nuove sale travaglio e due sale parto dedicate; per la cardiologia stiamo realizzando una nuova sala moderna per il trattamento dell’aritmia. Ma tutto questo aveva una condizione necessaria: l’omologa del giudice del tribunale civile al piano di rientro. Ed è arrivata”.

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