Sardegna. Prosegue dibattito in Commissione su Asl unica. L’Udc rilancia: “Meglio un modello intermedio con 3 aziende”
Il consigliere Giorgio Oppi, nel suo intervento, ha avvertito: “Gli accorpamenti vanno fatti senza fretta, come dimostra l’esperienza totalmente negativa del Brotzu di Cagliari“. Per l’assessorev alla Sanità, Luigi Arru, “l’approvazione della riforma è indispensabile per ridurre la spesa sanitaria e, per migliorare l’offerta, occorre una gestione unica. Ma non abbiamo intenzione di creare un mostro dai super poteri”.
18 MAG – Prosegue il percorso che, entro il 30 giugno, dovrà approdare nella costituzionale di una Asl unica regionale sarda. La Giunta ha confermato il proprio disegno di legge, mentre dalle altre forze sono pervenute diverse proposte. I Riformatori hanno presentato un impianto che prevede sempre una sola azienda, mentre Partito dei sardi e Udc hanno optato per tre. Ma l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, rivela una buona dose di ottimismo. “C’è un buon clima e non mi pare – ha sottolineato al termine del suo intervento – di rilevare chiusure a priori”. Ma ha anche ribadito l’importanza della riforma: “E’ indispensabile per ridurre la spesa sanitaria e, per migliorare l’offerta, occorre una gestione unica. Ma non abbiamo intenzione di creare un mostro dai super poteri”.
Prosegue quindi a spron battuto il confronto in sesta commissione regionale. “La proposta di istituire una azienda sanitaria unica nasce per superare le criticità del sistema regionale, in cui finora hanno operato gestioni profondamente diverse senza un’idea di governance comune”, ha esordito l’assessore. Si tratta, ha proseguito, “di un intervento di forte semplificazione gestionale, che da una parte supera il contesto precedente caratterizzato da 11 aziende, 11 staff (direttore generale, direttore amministrativo e direttore sanitario) e 11 collegi di revisori dei conti riducendoli a 5 e, dall’altra, mantiene un solido legame con i territori attraverso le Assl (aree socio-sanitarie locali) che comunque non avranno personalità giuridica ma dovranno garantire una funzione di presidio di aree omogenee creando un sistema circolare con al centro il cittadino-utente”.
Per quanto riguarda le strategie di politica sanitaria, ha spiegato Arru, “saranno contenute nell’Atto aziendale della nuova Azienda, elaborato sulla base degli indirizzi della Giunta, con il parere della commissione competente”. Si sta lavorando inoltre, ha informato l’assessore, “sia alla definizione del profilo del nuovo direttore generale (che sarà affiancato da un direttore amministrativo ed un direttore sanitario) che alla messa a punto di meccanismi di equilibrio fra i poteri, alle procedure di nomina dei vertici delle Assl, al controllo su alcune tipologie di atti, alla razionalizzazione della contrattualistica”.
Successivamente la commissione ha ascoltato le sintetiche relazioni dei consiglieri che hanno presentato proposte di legge sulla materia.
Illustrando la Pl n.37 il consigliere Augusto Cherchi ha posto l’accento sul fatto che l’iniziativa del suo gruppo, risalente al maggio del 2014, “ha lo scopo di sviluppare un dibattito, anche per superare l’immobilismo che, dal 2001 in poi (con la riforma del TitoloV° e le competenze regionali sulla sanità) ha caratterizzato l’azione della Sardegna”. Noi riteniamo, ha proseguito, “che l’organizzazione ottimale sia quella di suddividere il territorio in tre aziende, nord, centro e sud, per costruire un modello specifico sardo in grado di certificare i risparmi e misurare i risultati, senza escludere prospettive di ulteriori di aggregazione ma evitando il rischio del gigantismo che produce solo caos”. Cherchi si è infine espresso in modo contrario alla configurazione dell’Areus (emergenza-urgenza) come soggetto autonomo, perché a suo avviso sarebbe meglio classificarla come “un dipartimento”.
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori), presentando la Pl n.79 ha osservato che la creazione di una Asl unica rappresenta la migliore risposta all’esigenza di un “equilibrio ragionevole fra sostenibilità dei costi e mantenimento di un sistema sanitario universale”. E’un lavoro non semplice, ha aggiunto, “che richiede tempo ed un consenso molto ampio, senza perdere di vista l’obiettivo di una riforma radicale”. Secondo Cossa, inoltre, “vanno introdotti nel sistema elementi di meritocrazia e premialità e quanto alla struttura di emergenza-urgenza è giusto collocarla all’interno nuova Asl unica senza creare un nuovo soggetto autonomo”.
Per il consigliere Giorgio Oppi (Udc), primo firmatario della Pl n.85 “il primo elemento da tenere in considerazione è la specificità della Sardegna, che anche in campo sanitario presenta significative differenze rispetto al panorama nazionale e, sotto questo profilo, la proposta del collega Cherchi è in parte condivisibile”. Con la nostra proposta di legge predisposta nel luglio del 2014, ha detto ancora Oppi, “abbiamo voluto lanciare un sasso nello stagno; riteniamo comunque che gli accorpamenti vadano fatti senza fretta, come dimostra l’esperienza totalmente negativa del Brotzu di Cagliari, e che è necessario assegnare priorità all’assistenza sanitaria sui territori per fare una buona riforma di sistema”.
Fonte:
http://www.quotidianosanita.it/sardegna/articolo.php?articolo_id=39832