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Lo stato dell’arte della Fattura Elettronica B2B

Si è chiuso con un’analisi non del tutto positiva ma incoraggiante l’incontro tenuto ad Assolombarda sul tema dello sviluppo della digitalizzazione dei documenti nell’eCommerce B2B in Italia, promosso dall’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano. Si riscontra uno scambio, effettuato nel 2015, di circa 80 milioni di fatture elettroniche trasmesse tra le varie organizzazioni, rispetto alla totalità delle stesse ( 1,3 miliardi ) segnando un modesto 6% sull’intero complesso delle fatture. Per questo motivo, è stato rilevato, l’effetto “volano” dell’obbligo della fatturazione elettronica verso la PA sembra non essere ancora arrivato a pieno compimento. L’Osservatorio marca maggiormente l’attenzione sull’integrazione digitale dei processi e non tanto dei singoli documenti del ciclo dell’ordine: solamente standardizzando e digitalizzando in modo verticale i processi aziendali infatti è possibile ottenere quegli effetti benevoli di efficientamento che sono stati calcolati mediamente come tra i 25 e i 65 euro per fattura. Ci sono notevoli inerzie culturali e resistenze al cambiamento, in primis riguardanti la difficoltà del change management per un’operazione così strutturata, i cui benefici si possono valutare nel medio-lungo termine a dispetto dei costi iniziali. Le principali aree di investimento su cui puntano le aziende in prima linea con i processi di dematerializzazione sono la conservazione digitale dei documenti ( circa il 65% delle imprese) la gestione elettronica documentale ed i workflow approvativi digitali, da attuare attraverso i principali canali e strumenti B2B: l’EDI, Extranet ed i Portali B2B. In sintesi, il quadro che ne emerge mostra come la fase attuale sia ancora fortemente di osservazione ed implementazione, la quale tuttavia non potrà protrarsi troppo a lungo, pena una perdita di significativa di competitività.

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