Sono circa il 70% tra piccole e media imprese ( PMI ) e liberi professionisti ad avere problemi con le fatture insolute. Questo è il dato che emerge da un’indagine condotta da DAS Italia (un’organizzazione specializzata nell’assistenza legale). L’analisi rileva che la tendenza ad avere difficoltà nell’incasso cresce tra le aziende di grandi dimensioni ( ben l’84% ) e tra quelle particolarmente attive nel commercio ( l’87,6% ). Sono infatti un numero esiguo le imprese che pagano i propri fornitori senza ritardo. Secondo uno studio realizzato da Cribis D&B sono solamente il 35,4% ( registrando un calo dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ). Più della metà delle imprese al contrario pagano entro un mese dalla data di scadenza. E’ una situazione di diffusa difficoltà dunque, parzialmente corretta dal dato più confortante del calo del numero dei gravi ritardi di pagamento ( circa il 13 %, in calo di 2,2 punti percentuali rispetto al 2015 ).
Un ulteriore campo di analisi ed osservazione sulla materia riguarda, oltre alle controversie per le fatture insolute, numerosi aspetti collaterali che ritardano, se non bloccano, i tempi di incasso. Si rileva infatti che:
- Un imprenditore su 5 ha dovuto far fronte a controversie per la disdetta di contratti commerciali
- Il 16,8% ha dovuto gestire contestazioni su prodotti e servizi
- Il 29,5% delle PMI ha dovuto chiedere assistenza per la redazione o interpretazione di un contratto commerciale
- Circa 1/3 degli intervistati ha dichiarato di non conoscere l’entità delle spese necessarie per far fronte ad eventuali controversie sorte nell’ambito della propria attività aziendale
Si delinea pertanto un quadro di ampia incertezza laddove, se le numerose innovazioni tecnologiche e digitali hanno portato un sicuro snellimento nelle procedure, permane tuttavia un forte scollamento tra le effettive capacità di cash-flow operativo e le rigide imposizioni normative, nazionali ed internazionali, in tema di pagamenti.